PEDAGOGIA: U6 - BAMBINI E DONNE TRA 700 E 800

    Johann Paul Friedrich Richter e la fiducia nell'infanzia









Johann Paul Friedrich Richter

Richter fu noto per la sua bravura come scrittore e romanziere.

Come scrittore di questioni educative, Richter si contraddistinse sia per la sensibilità e per l’empatia che mostrò nei confronti del mondo infantile, sia per la delicatezza e la profondità con cui seppe descrivere il comportamento e la psicologia dei bambini.








In Richter il bambino non veniva solo presentato come la speranza per il mondo di domani, ma era anche il depositario della capacità di guardare alla realtà nel modo giusto, ovvero in maniera ingenua e ottimistica.



Egli era convinto che la crescita del bambino avesse bisogno soprattutto di condizioni favorevoli, che dipendevano principalmente dagli adulti.






Richter proponeva la creazione di un’atmosfera educativa concreta, fatta di situazioni plausibili, attraverso le quali l’adulto viene guidato alla scoperta non solo dell’infanzia, ma anche di se stesso.










Jean-Marie-Gaspard Itard

Itard era un medico di Parigi e faceva parte della società degli osservatori dell’uomo, composta da scienziati e uomini di cultura.






Itard studió l’infanzia e la sua educabilità in modo originale, studiando un ragazzo allo Stato animalesco trovato nei boschi dell’Aveyron. Victor, il nome attribuito al ragazzo selvaggio, venne trasferito all’Istituto per sordomuti di Parigi. Victor però non era in grado di stare al passo con i compagni e il Direttore del manicomio di Parigi affermava che fosse un ‘idiota’, ovvero un soggetto con uno stato di insufficienza mentale troppo grave per essere educato.







Itard sostenne invece l’educabilità di Victor e riuscì a farsene assegnare la custodia. Era convinto che il ragazzo non avesse limiti congeniti, ma che fosse affetto da una grave forma di ritardo evolutivo, che lo rendeva simile all’uomo allo stato di natura. 




Per educarlo sarebbe stato sufficiente applicare con lui i metodi della pedagogia sensista e roussoniana, trattandolo come un bambino di 10 o 12 mesi. Si registrarono progressi nella sfera sensoriale e relazionale, ma si interruppero nel momento in cui si trattò di acquisire competenze legate al linguaggio.











Itard verificó indirettamente per la prima volta l’impossibilità di fornire a un essere umano gli insegnamenti non ricevuti al momento opportuno. Il caso di Victor dimostrò che il bambino che non dispone di stimoli adeguati e di cure amorevoli nei primi anni di vita, perde per sempre la possibilità di sviluppare pienamente le proprie capacità cognitive. Dopo oltre cinque anni di lavoro, il medico Parigi concluse che l’uomo, senza la società e senza la cultura, è un animale incompiuto.




















 

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